Guida all’isola di Gorée, Senegal

Una casa rossa con persiane blu a Gorée

Dakar è uno dei centri della cooperazione internazionale nell’Africa Occidentale. È infatti sede di molti uffici regionali che organizzano eventi e conferenze anche per chi normalmente è sul campo. Se ci vivi o ti trovi a passare da lì e hai voglia di avere del tempo libero fuori dal traffico e il caos cittadino, hai molte opzioni per un weekend: il Sine-Saloum, Saly, Saint-Louis, il Lago Rosa. Se però hai solo una notte, ma magari anche solo una giornata, ti consiglio di visitare l’isola di Gorée (Senegal), per ammirare i colorati palazzi coloniali, apprendere la storia della schiavitù nel paese e nelle altre isole dell’Africa Occidentale e nel continente intero, ma anche per goderti la totale assenza di automobili sulle strette strade sabbiose.

Una casa rossa con persiane blu a Gorée

Il nome

Indice dell'articolo

L’isola di Gorée è conosciuta nella lingua locale con il nome di Bir, che significa “ventre muliebre”.

Quando venne scoperta nel 1444 dal navigatore portoghese Dinis Dias, venne ribattezzata Palma.

Nel 1588 l’isola passò sotto il controllo degli olandesi, che la rinominarono Goede Reede, la “baia buona”. Da qui il nome attuale di Gorée.

La piazza di Gorée con il posto di polizia

Isola di Gorée: storia

Gorée, isola degli schiavi

L’Africa Occidentale ha sofferto la piaga della tratta degli schiavi per circa tre secoli, con il Senegal che proprio per questo ha visto crescere molto la sua importanza per le potenze coloniali. In particolare il porto di Saint-Louis è stato uno dei centri più importanti del commercio di esseri umani.

Il museo del mare a Gorée
Il museo del mare

L’isola di Gorée è stata utilizzata da francesi e inglesi come punto di raccolta degli schiavi dal continente prima di essere imbarcati verso l’America, dove venivano usati principalmente come lavoratori nelle piantagioni. Per questo venne anche soprannominata la “porta dell’inferno”. In altre parti dell’Africa vennero utilizzate isole come punto di partenza delle navi, per ridurre al minimo le possibilità di fuga degli schiavi e per difendersi meglio da attacchi esterni.

Una strada divide un edificio rosso e uno giallo a Gorée

Nonostante quello che raccontano alcune guide, il numero di schiavi che passarono dall’isola è di molto inferiore ai dodici milioni e dovrebbe aggirarsi sui cinquecento mila individui.

Gorée iniziò a perdere importanza alla fine del XVIII secolo, venendo colpita duramente con l’abolizione della schiavitù da parte dei francesi nel 1848. In realtà ci sono prove che la pratica continuò, ma il fenomeno si ridimensionò notevolmente.

Una porta e una finestra azzurra della scuola materna di Gorée

Il sorpasso di Dakar

Gli abitanti dell’isola cercarono di cambiare attività e si diedero al commercio di beni diversi dagli esseri umani. Si rivelò però un porto inadatto alle enormi quantità di arachidi che iniziarono ad arrivare dal continente. I mercanti si spostarono prima a Rufisque e successivamente a Dakar, che poco a poco rimpiazzò Gorée e divenne la città più importante del Senegal, superando anche Saint-Louis.

Come celebrato sul sito ufficiale di Gorée, nel 1978 è stata riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità per la sua importanza nello schiavismo e per la sua architettura caratterizzata dal contrasto tra i quartieri per gli schiavi e le belle case coloniali.

Un incrocio tra due strade quasi parallele a Gorée

Come arrivare a Gorée

Gorée, isola che occupa una roccia vulcanica di basalto che affiora dall’acqua nella baia di Dakar, si trova a un paio di chilometri dal porto della capitale del Senegal. I collegamenti con la terraferma sono effettuati in barca con una decina di viaggi giornalieri.

  • Durata della tratta: 20 minuti
  • Costo del biglietto andata e ritorno: 5.200 CFA (non residenti)
  • Orari: vedi tabella
Orari della scialuppa per l'isola di Gorée

Dove dormire

Se rimani una notte sull’isola di Gorée, non puoi non rimanere a dormire a Villa Castel (o Minutevents Hotel), la sistemazione più bella dell’isola. Si trova vicino alla chiesa e vi si accede tramite un portoncino che svela al suo interno un mondo a parte, fatto di colori e dettagli molto ricercati. Personale gentile e affabile, camere ampie, ben curate e dotate di aria condizionata. La struttura è dotata di una bella piscina circondata da un alto muro pieno di bouganville che assicura colore, relax e privacy. Per finire, la colazione abbondante è servita nel patio, perfetto per iniziare con molta calma la giornata.

La piscina di Villa Castel bordata dalle bouganville
La piscina di Villa Castel

Dove mangiare

Sulla spiaggia del porto di Gorée ci sono una serie di ristoranti uno di fianco all’altro. I menù sono molto simili, così come l’ambiente. Purtroppo non ho potuto provare personalmente nessuno dei locali, ma in bassa stagione erano tutti vuoti tranne Chez Thio, uno dei più rinomati ristoranti di Gorée.

Baracchino per cibo da strada a Gorée

Cosa fare a Gorée

Sicuramente la cosa migliore da fare è una passeggiata dell’isola. Gorée è lunga circa un chilometro, quindi non si tratta di un’escursione troppo impegnativa. Le vie sono strette e sabbiose, ma soprattutto prive di macchine, il che rende piacevole fare due passi lontano dal caos di Dakar.

Fermati in alcune delle molte gallerie d’arte che si trovano nella parte meridionale dell’isola per osservare gli artisti locali che dipingono con colori, tessuti e sabbia. Sono il posto migliore per trovare un souvenir del tuo viaggio.

Gli edifici di origine coloniale mantengono colori vivissimi e un’atmosfera molto accogliente, aiutati anche dalle onnipresenti buganville.

Il sole che tramonta dietro Dakar visto da Gorée
Tramonto sopra Dakar visto da Gorée

Fort Saint-Michel

Sul lato sud si eleva una piccola altura dominata dal monumento in memoria della Seconda Guerra Mondiale, una vela alta che svetta sugli alberi e che si vede distintamente anche da Dakar. Sulle pendici e in cima alla collina fermati a guardare i banchetti degli artisti locali, così numerosi che sembra nessuno faccia altro lavoro sull’isola se non fabbricare tele, quadri di sabbia, statuette, bracciali e orecchini.

In cima ci sono anche dei resti di alcuni bunker con cannoni annessi (del rovine di Fort Saint-Michel), ormai usati dai locali come abitazioni. Sali sull’altura al tramonto, così da gustarti i ragazzini che giocano a calcio sotto al monumento e sullo sfondo il sole che cade dietro Dakar.

Dopo aver camminato tutto questo tempo sotto al sole, è giunto il momento di un meritato riposo in riva al mare. Ritorna verso il molo, dove si trova l’unica spiaggia di Gorée. Lì potrai affittare sdraio e ombrelloni e farti un bel bagno nell’Oceano Atlantico.

Il monumento alla seconda guerra mondiale di Gorée
Il monumento sulla cima di Gorée

La Casa degli schiavi (Maison des esclaves)

Se hai voglia di immergerti un po’ di più nella storia e cultura dell’isola, sappi che Gorée ospita diversi musei in uno spazio tanto piccolo.

Dietro un grosso portone in legno in un piccolo vicolo si trova il museo più famoso dell’isola e meta obbligata per tutti i turisti che visitano Gorée: la Casa degli schiavi.

Costruita nel 1776 come casa di un ricco commerciante, era divisa su due piani. Di sopra gli appartamenti del padrone di casa, sotto le celle.

La Maison des esclaves fungeva da scalo dove tutti gli schiavi africani passavano prima di essere imbarcati e spediti verso l’America. L’edificio era un vero e proprio mercato degli schiavi dove degli intermediari dell’entroterra e commercianti marittimi potevano visitare per comprare o vendere gli uomini destinati alla traversata.

L’ultimo passaggio degli schiavi era attraverso quella che ora è chiamata “Porta di non ritorno”, un piccolo buco rettangolare nel muro esterno che dà direttamente sull’Oceano. Da qui si entrava nelle barche per la traversata e la prossima cosa che si vedeva era il continente americano, sempre che si riusciva a sopravvivere alle condizioni pietose in cui avveniva la traversata.

Come detto precedentemente, il numero reale di uomini, donne e bambini passati attraverso questo edificio e questa isola per essere venduti come schiavi è stato spesso oggetto di discussione tra gli storici. Senza entrare nel dibattito, sicuramente va ammesso che la Casa degli schiavi è un museo che ti colpirà.

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Africa Occidentale
  • Aa.Vv. (Autore)

Oggi ospita puoi vedere le dimensioni anguste delle celle in cui erano stipati gli schiavi, completi dei ceppi a cui erano legati durante la loro permanenza sull’isola di Gorée. L’unica cosa che potevano fare era attendere il loro momento di salire sulle navi negriere, in una quasi totale oscurità solo leggermente disturbata da piccole fessure nei muri.

Le celle ospitavano circa 15 o 20 schiavi, separati per sesso ed età e muniti solo di un piatto per stanza. Nemmeno i bambini sfuggivano alla tratta, dal momento che le loro piccole mani erano considerate le più adatte per alcuni lavori come la raccolta di chicchi di caffé. Le giovani donne, poi, erano messe in mostra in modo che i ricchi mercanti bianchi potessero sceglierle. Una volta rimaste incinte, diventavano governanti e non lasciavano l’isola prima del parto.

Le celle peggiori sono quelle di punizione, dove venivano messi coloro che provavano a scappare o non si comportavano secondo le regole imposte dai carcerieri. Erano le più umide e avevano il tetto così basso che ci si poteva entrare solamente carponi. Non è una sorpresa quindi che molti degli schiavi che vi venivano rinchiusi sviluppassero poi delle malattie polmonari. Chi si ammalava veniva lanciato in mare per evitare il diffondersi del morbo, per la felicità degli squali che iniziarono a popolare l’area.

Il forte valore simbolico che la Maison des esclaves evoca sulla comunità africana e afro-americana, ha fatto sì che fosse visitata da alcuni tra i più grandi esponenti e simboli della lotto contro il razzismo, ma non solo. Nelson Mandela nel 1991 e Barack Obama hanno voluto omaggiare questo edificio dall’alto valore sociale, ma anche Papa Giovanni Paolo II ci si è fermato durante la sua visita in Senegal. Un momento toccante accadde quando Mandela entrò in una delle celle punitive e ne uscì con le lacrime agli occhi per il ricordo dei suoi 27 anni di prigionia.

Il tour della casa degli schiavi è senza dubbio una delle esperienze più toccanti che potrai fare sull’isola di Gorée.

Biglietto di ingresso: 600 CFA.

Orario: dalle 10.30 alle 12 il mattino e dalle 14.30 alle 18 il pomeriggio.

Bracciali e altri souvenir su una bancarella di Gorée

Altri punti di interesse

Gli abitanti di Gorée sono principalmente musulmani e infatti qui si trova una delle più antiche moschee in pietra di tutto il Senegal.

Se sei appassionato di natura e biologia marina, puoi visitare il Museo del mare.

Ci sono anche il Museo della Donna Henriette Bathily e il Museo storico IFAN, che si trova nel bastione a difesa del porto e dove puoi ammirare alcuni oggetti della storia e preistoria senegalese e africana. Quest’ultimo occupa un forte costruito sulla punta settentrionale di Gorée nel XIX secolo per difendere l’isola e la città di Dakar.

Vuoi vedere Gorée senza affrontare l’organizzazione della visita? Scegli uno di questi tour:

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