Cox’s Bazar è entrata prepotentemente nella geografia politica mondiale nell’agosto del 2017, quando scontri nello stato di Rakhine in Myanmar hanno portato alla fuga di quasi 700’000 persone della minoranza Rohingya. Fino a quel momento pochi, pochissimi stranieri sapevano dell’esistenza di questa cittadina nel Bangladesh meridionale. Dalla fine del 2017 a oggi, la città si è trasformata, soprattutto a causa dell’arrivo del “circo umanitario” (si parla di una cifra variabile tra le due e le tremila persone) per affrontare una delle crisi di rifugiati maggiori della storia. Visto che molti di noi passeranno di qua, mi sembra giusto darti un’idea di cosa può aspettarti a Cox’s Bazar.

Storia (breve) di Cox’s Bazar
Indice dell'articolo
A proposito di storia, l’area di Cox’s Bazar è stata parte del regno di Arakan che si estendeva a cavallo tra gli attuali Bangladesh e Myanmar tra il IX e il XVII secolo. Successivamente passò sotto il controllo portoghese e inglese. Proprio a quest’ultimi deve il suo nome. Tra il 1773 e il 1779 il Capitano Hiram Cox governò la città per conto della Compagnia Britannica delle Indie Orientali, il cui compito principale fu quello di migliorare le condizioni di vita dei rifugiati di Arakan (cicli e ricicli della storia!). Alla sua morte venne creato un mercato conosciuto come Cox’s Bazar. Dal 1854 divenne il nome ufficiale della città, sostituendo il vecchio Palonki.
Passando a tempi più recenti, durante la Guerra di Liberazione del Bangladesh del 1971 la città divenne una base (aero)portuale per l’esercito del Pakistan e venne poi bombardata dalla Marina indiana. Nel 2012 il vicino villaggio di Ramu fu teatro di scontri tra musulmani e buddisti a causa di un’immagine offensiva del Corano postata su Facebook.

Religione e come comportarsi
La religione prevalente in Bangladesh è quella musulmana e i distretti meridionali, incluso quello di Cox’s Bazar, sono tra i più ferventi e tradizionalisti. L’afflusso recente di stranieri ha un po’ sconvolto la popolazione locale, non usa a vedere e parlare con gente di altre nazioni. Per questo non aspettarti che la maggior parte della gente parli inglese, anzi. Il personale dei migliori hotel e ristoranti sa l’inglese, ma è difficile che la gente per strada sappia molto più di qualche frase di base per interagire.
Un’altra situazione legata alla recente apertura al mondo e che sicuramente ti colpirà, è il fatto che sarai fissato. Costantemente, soprattutto se sei una donna. Andare a fare una passeggiata sulla spiaggia di Cox’s Bazar attira più sguardi di fare la scalinata di Piazza di Spagna nudi.
E parlando di nudità, ricordati sempre che sei in una regione musulmana piuttosto tradizionale. Le donne devono essere avere gambe e braccia coperte, mentre per gli uomini sarebbe opportuno evitare i pantaloncini corti, nonostante i turisti bengalesi li indossino. Una donna in gonna o in canottiera, oltre che fuori luogo e offensiva per i più, si sentirà molto osservata.
- Clammer, Paul (Autore)
Clima
Le temperature raramente scendono sotto i venti gradi a Cox’s Bazar, con l’inverno tra dicembre e febbraio dove potresti anche avere bisogno di un maglione di cotone la sera. Da marzo in poi arriva il caldo, solo interrotto dalle abbondanti piogge che però caricano la zona di umidità. La stagione dei monsoni va da giugno a settembre anticipate e seguita da due stagioni dei cicloni, dove si registrano le più alte possibilità di precipitazioni eccezionali.

La spiaggia
Al sentire nominare Cox’s Bazar, non c’è bengalese che non ti dirà fiero “La spiaggia più lunga del mondo!”. Che sia o meno da guinness dei primati è discusso da alcune fonti, ma che lungo i suoi 120 km ci siano scorci bellissimi è indubbio. Mentre a Cox’s Bazar è piena di turisti che si fanno selfie davanti alle onde, basta uscire poco più a sud per trovarsi su una spiaggia deserta, con l’orizzonte punteggiato di barche di pescatori a forma di mezza luna, chiamate chand-nouka. E più ti avvicini a Teknaf, più ti viene voglia di passare una giornata sdraiato in spiaggia a leggere: se sei di base lì, sarà sicuramente uno dei tuoi modi migliori per rilassarti.

Sicurezza
Cox’s Bazar è una città abbastanza sicura e infatti la maggior parte delle organizzazioni umanitarie non hanno grosse limitazioni da questo punto di vista. Essendo piena di “ricchi” espatriati e una zona molto turistica, sono molte le occasioni per scippatori improvvisati, incluso tra i turisti che finiscono i soldi. Le solite norme di prevenzione sono più che sufficienti per evitare problemi: restare nelle zone più sicure, camminare in coppia la sera, non mostrare oggetti di valore, tenere borse e zaini in maniera che siano difficili da strappare.
Un discorso a parte merita il rischio connesso al traffico. Le regole della strada non hanno molto valore a Cox’s Bazar. Prima di attraversare la strada ricordati sempre che i veicoli hanno la precedenza sui pedoni. All’inizio sembrerà impossibile avventurarsi tra la macchine, i risciò e i TomTom, ma basta abituarcisi e dopo qualche settimana saprai fare degli slalom da fare invidia al Tomba dei tempi d’oro!

Rumore
È il momento di parlare di uno dei maggiori motivi di stress per gli operatori umanitari a Cox’s Bazar, il rumore! Innanzitutto in strada, perché l’uso del clacson ha una connotazione tutta particolare in Bangladesh. Serve ad avvertire gli altri che si sta arrivando o sorpassando, ma anche a dire agli altri di fermarsi e farci passare. Ogni tanto sembra giusto una cosa a caso, come ai matrimoni da noi.
E poi la musica, immancabile ogni sera e notte nella zona più turistica. Parliamo di musica a volume altissimo e a orari improponibili. Se hai il sonno leggero è fondamentale portarsi dei tappi per le orecchie.

Dove e cosa mangiare
La maggior parte dei ristoranti più internazionali sono nella zona di Kolatoli, quella più turistica. Consiglio in ogni caso di avventurarsi verso il centro città e l’aeroporto e provare alcuni posti più tradizionali, possibilmente accompagnati da qualche collega locale. Quelli elencati sono i miei preferiti e, da “buon umanitario”, indico anche se è possibile portare alcolici da fuori, ma mi raccomando ricordati sempre della loro cultura e cerca di farlo in maniera discreta.
A Cox’s Bazar mangerai molto pesce, questo è sicuro. Carne e verdura fanno parte della cucina tradizionale bengalese, ma la qualità è sicuramente più bassa. Una cosa è certa: ti abituerai a mangiare piccante, visto che anche i piatti più mild saranno speziati oltre la norma.
Mag Darin
Questo piccolo ristorante sulla spiaggia si trova all’inizio di Marine Drive, la strada che esce da Cox’s Bazar e porta verso sud. La specialità è il pesce alla griglia, ma consiglio di provare anche alcuni “antipasti” come pakora di verdure o gamberi. Favolose le fish cake! Il proprietario è di religione cristiana e permette di portare i propri drink in cambio di una sana chiacchierata.
Mermaid cafe
Il fratellino minore della catena Mermaid che include ristoranti e resort a sud di Cox’s Bazar, questo ristorante è uno dei migliori della città. Da provare i vari tagli di pesce, in particolare il tonno. Dalle sette alle dieci del mattino organizza anche un’ottima colazione a buffet. Non vende alcolici, ma drink da fuori sono permessi.

Divine Eco Resort
Direttamente sulla spiaggia e con un’insegna con i caratteri della Disney, ha un menu decente e una bellissima atmosfera, specialmente la sera. Lo staff è molto gentile e permette di portare le proprie bevande. Due sono le specialità: il pesce alla griglia accompagnato dalle squisite patate arrosto e la pasta fatta in casa con salsa di calamari o pesce, che è un’ottima scoperta per un italiano che vive all’estero (ma solo se quel giorno hanno la pasta fatta in casa e se gli si fa capire che il formaggio non va sulla salsa di pesce!).
Salt
Il ristorante più “chic” di Cox’s Bazar, ha una serie di piatti un po’ più ricercati del normale e con una presentazione adeguata all’ambiente. Discreti gli hamburger, ma preferisco i piatti di pesce. È uno dei ritrovi della comunità di espatriati della città per pranzi di lavoro, non serve alcolici e non si possono portare.
Sayeman
Al quarto piano del Sayeman Beach Resort c’è un ristorante con infinity pool con vista sulla spiaggia. Il cibo è molto buono e consiglio in generale tutta la carne alla griglia con naan. Tra i miei preferiti anche King Fish fillet e il Seafood Platter per almeno due persone, perché è veramente abbondante. Il venerdì sera c’è il buffet per 1’000 taka, probabilmente non conveniente dal punto di vista economico, ma perfetto se si vuole fare una serata diversa. Servono alcolici, ma per qualunque cosa diversa dalla birra ci vuole molto tempo perché preparata al Sunset Bar al primo piano e poi portata al ristorante.
Ocean Paradise
Uno dei migliori hotel di Cox’s Bazar non poteva non avere una cucina dello stesso livello. Mangia sul rooftop, con vista sulla città e la spiaggia. La cucina a vista, in particolare la griglia, ti farà probabilmente scegliere dei kebab o del pollo arrosto. La prossima volta prova lo snapper con salsa alla mostarda o le seppie piccanti. Qui il Fish Platter è altrettanto buono, ma di quantità più accettabili. Servono birra locale e importata.
Long Beach
Il ristorante di questo hotel serve dei buoni piatti, abbinati a un tentativo di creare un ambiente piuttosto raffinato. Discreti gli hamburger, io preferisco il pollo con foglie di basilico.

Bamboo
Il mio ristorante locale preferito, si trova in una strada laterale di fronte al Long Beach Hotel, in una zona piena di uffici di ONG. Scegli tra riso e naan e poi indica al cameriere cosa vuoi direttamente dalle pentole. Prezzo bengalese e cibo pronto in un attimo, una scelta doverosa per una pausa pranzo veloce.
Handi
Se cerchi dell’ottimo cibo indiano sei nel posto giusto. Il menù è abbondante e la cucina deliziosa. Non servono alcolici e consiglio di andarci per cena, a pranzo servono dalle 13h00 e fino al tardo pomeriggio inspiegabilmente non hanno alcuni piatti, incluso naan.
Fast food
A Cox’s Bazar hanno aperto nello stesso edificio sia KFC che Pizza Hut, nel caso tu abbia vissuto negli Stati Uniti e ti sia venuta un po’ di nostalgia di quei tempi!
Cibo a domicilio
Ebbene sì, l’arrivo a Cox’s Bazar di più di duemila espatriati ha fatto sì che si sviluppassero sistemi ufficiali e non di servizio a domicilio. Il primo che consiglio è HungryNaki, una classica app per iOS e Android dove puoi scegliere piatti dai menu di molti dei ristoranti della città.
Molto interessante il servizio fornito dai ragazzi di Cox Mart, che possono essere contattati via telefono o WhatsApp per ordinare prodotti da far consegnare a casa, inclusi vari pezzi di carne, pane e hummus da Holey Bakery a Dhaka. Il numero è +880 167 432 4243.

Dove dormire
Molto probabilmente la tua organizzazione avrà una guesthouse o ti troverà un alloggio durante la missione. Non è così per tutti, soprattutto per lo staff ONU. Per questo qui ti consiglio alcuni posti ottimi per le tue prime settimana, mentre ti ambienti e decidi se vuoi rimanere o trovare qualcosa di diverso.
Cox’s Bazar Surf Club
Sicuramente la scelta numero uno. La posizione è perfetta, direttamente sulla spiaggia, per avere un po’ di relax dal rumore della città. Le camere sono spaziose e affacciano direttamente sul mare, per un po’ di relax al risveglio e prima di andare a dormire. Discreto il cibo, la struttura ha una scuola di surf al suo interno, perfetto per fare un po’ di attività fisica dopo una giornata di lavoro.

Sayeman Beach Resort
Oltre ad avere un ottimo ristorante, a Sayeman ci sono camere di buona qualità, alcune con vista spettacolare sulla spiaggia al tramonto. Non è un caso che molti che lavorano per le agenzie dell’ONU decidono di rimanere qui per tutta la durata della loro missione.
Ocean Paradise
L’hotel è spesso scelto per ospitare i visitatori importanti in arrivo dagli HQ per due buoni motivi: belle stanze e buon ristorante. Lo staff è molto cordiale e ha il vantaggio di avere l’unico “club” della città.
Long Beach Hotel
Situato più lontano dalla spiaggia, rimane comunque uno dei migliori hotel di Cox’s Bazar, perfetto mentre si cerca un alloggio più definitivo. Le stanze sono enormi. Buono il ristorante, anche se per farsi una birra bisogna spostarsi.

Vita notturna
La vita notturna di Cox’s Bazar è una dicotomia molto interessante. Per i bengalesi, è il posto dello svago e dove lasciarsi andare, con feste e musica a tutto volume durante tutta la stagione turistica e spesso anche fuori. Dal punto di vista non bengalese e più tipicamente italiano od occidentale, la città non offre tanti punti di ritrovo. Ci sono solo due posti più da “movida umanitaria”. Il primo è senz’altro Pirates, il bar al primo piano di Ocean Paradise. Non aspettarti niente di che, anzi la possibilità di fumare dentro non aiuta a migliorare l’atmosfera. Rimane però l’unico “club” di Cox’s Bazar dove andare il giovedì sera. L’altro posto con qualche festa interessante di giovedì è il Sea Palace Hotel, che organizza feste nella zona della piscina.
Probabilmente dopo un po’ ti stancherai di queste due opzioni, quindi la scelta migliore è di organizzare o farsi invitare a qualche rooftop party. Qui sta tutto alle tue capacità di networking, ma in generale se c’è una festa interessante, di solito di venerdì, la voce girerà abbastanza facilmente.

Attività
A Cox’s Bazar si lavora duramente, sia che il tuo lavoro sia più da ufficio o nei campi. È fondamentale trovare delle attività per rilassarsi ed evitare il burnout. Incredibilmente c’è una discreta offerta di attività sportive che variano a seconda degli interessi delle persone in missione in quel dato momento. La cosa che va per la maggiore è il surf, visto che le onde sono ottime anche per chi non ha mai provato. Le due scuole più gettonate sono quella a Divine e al Cox’s Bazar Surf Club. In spiaggia si organizzano anche partite di beach volley, touch rugby e frisbee. Ti basta fare una passeggiata in spiaggia nei pomeriggi del weekend per capire quali attività ci sono e decidere a quali unirsi.

Rimanendo alla spiaggia, è ottima per una corsetta anche durante la settimana. Il mio consiglio è di andarci la mattina quando c’è poca gente, perché poi si riempie letteralmente di migliaia di turisti che passano le loro giornate a farsi selfie davanti alle onde e a fissare fastidiosamente gli stranieri che corrono. Infine, per gli amanti dello yoga, ci sono diverse insegnanti che organizzano sessioni pomeridiane.

Weekend fuori città
Per cambiare aria, consiglio di fare dei weekend fuori città, rimanendo una notte a dormire in uno dei bei resort a sud di Cox’s Bazar, lungo Marine Drive. La scelta numero uno è sicuramente il Mermaid Beach Resort, che offre anche opzioni lussuose se si ha bisogno di un trattamento da signori.

Il suo “fratellino” Mermaid Eco Resort offre soluzioni più economiche e a contatto con la natura, mantenendo un buon servizio e un’ottima cucina. Infine il Royal Tulip è il resort preferito dai ricchi bengalesi in vacanza a Cox’s Bazar. Si trova un po’ più a sud, direttamente sulla spiaggia, ideale se si vuole fare un weekend senza pensare al lavoro.
Ecco un’idea di cosa puoi trovare fuori Cox’s Bazar:
Cosa portarsi per una missione a Cox’s Bazar
Ci sono alcune cose che sarebbe meglio portarsi per affrontare al meglio una missione a Cox’s Bazar. Come già detto, i tappi per le orecchie sono fondamentali se si ha il sonno leggero. Poi servono vestiti adatti ai monsoni: scarpe da trekking impermeabili e una ottima giacca anti-pioggia potrebbero fare la differenza. Se il lavoro include molto tempo passato nei campi, consiglio anche degli stivali di gomma, perché tra giugno e settembre spesso sarà difficile camminare nel fango. In generale per tutto l’anno, servono solo vestiti leggeri perché la temperatura è molto alta, soprattutto nei campi.

Arrivare a Cox’s Bazar
Sicuramente la tua organizzazione ti procurerà il biglietto aereo per Cox’s Bazar, ma giusto per darti qualche informazione, ci sono quasi una decina di voli giornalieri da e per Dhaka con le compagnie Biman, Novoair, U.S. Bangla. C’è una restrizione non ufficiale di massimo due bottiglie di vetro di prodotti alcolici sui voli nazionali, tradotta in un tentativo di corruzione. Il suggerimento è di travasare le bevande in bottiglie di plastica.

Un’opzione più avventurosa sono le dodici ore di autobus che separano le due città. Probabilmente è già vietato dalle regole di sicurezza della tua organizzazione, ma in ogni caso te le sconsiglio vivamente per via della pericolosità delle strade in Bangladesh.